FACCIAMO IL PUNTO SUI DdL PDF Stampa E-mail
Scritto da A.A.V.S.   
mercoledì 04 novembre 2009

Riteniamo utile sottolineare ancora una volta come ottenere un provvedimento di legge che regolamenti in maniera chiara – particolarmente per quanto riguarda le restrizioni alla circolazione – il movimento dei veicoli storici sia di basilare importanza per il futuro del movimento stesso.

E’ chiaro a tutti che, se non si circola (o se si hanno severe limitazioni), manca ogni incentivo alla conservazione e i veicoli sono destinati a essere venduti all’estero o, nella peggiore delle ipotesi, ad essere rottamati.

Ebbene, nonostante i suggerimenti, le raccomandazioni, i ripetuti appelli lanciati da A.A.V.S., sembra che la parola d’ordine per tutti i soggetti interessati sia quella di “procedere in ordine sparso”.

Con quale risultato ? Quello di ritardare ulteriormente l’approvazione di quel Disegno di Legge che A.A.V.S., prima in Italia, ha iniziato a proporre nell’ormai lontano 2001 (XIII Legislatura).

Da allora si sono succedute altre tre legislature e sono in tutto quattro i provvedimenti da noi studiati e fatti presentare.

Fino alla fine del 2003 tutto è proceduto nella più completa indifferenza degli enti interessati.

La presentazione del DdL 2575 (Magnalbò-Salvi), che ha avuto vasta risonanza mediatica grazie all’infelice definizione di “Legge salva 500”, ha risvegliato l’attenzione di quanti erano vissuti fino ad allora nella beata indifferenza ed ha provocato l’irritata reazione del presidente dell’ASI, che non ha esitato a definirlo “disdicevole” ed ha tentato di affossarlo con tutti i mezzi.

Il testo del DdL Magnalbò-Salvi, maldestramente derivato dai due DdL da noi studiati e presentati dal sen. Pasquini ed ulteriormente infarcito di assurdi  emendamenti, è giunto all’approvazione della Commissione Lavori pubblici e Comunicazioni del Senato pochi giorni prima della conclusione della Legislatura.

Si arriva così al 2006 e all’inizio della XV Legislatura.

Mentre il senatore Camber presenta un testo studiato da A.A.V.S., il senatore Berselli, applicando il regolamento del Senato, ripropone come primo firmatario il testo del DdL Magnalbò-Salvi, senza alcuna modifica.

A questo punto però anche le altre associazioni si sono accorte che forse quanto A.A.V.S. andava propugnando da anni era importante e urgente e si sono fatte paladine di proposte analoghe o, in certi casi, del tutto simili, facendole presentare dai rispettivi parlamentari di riferimento.

Tutto ciò nonostante un appello di A,A.V.S. a non disperdere le energie, con grave nocumento per la velocità dell’esame, e a procedere di concerto.

Infatti, in caso di più proposte sullo stesso argomento, la Commissione incaricata dell’esame nomina un Comitato Ristretto con il compito di compattare i diversi testi proposti dai singoli senatori per giungere ad un Testo Unificato che verrà poi sottoposto alla Commissione.

Ed è purtroppo proprio questa la situazione che si sta ancora una volta verificando nell’attuale Legislatura.

Sono in discussione quattro DdL, dall’impianto generale molto simile, che differiscono però per alcuni dettagli che tengono conto delle diverse sensibilità ed interessi degli enti che li hanno proposti e fatti presentare.

Per amor di verità bisogna però sottolineare come l’unico DdL che contiene proposte concrete e facilmente realizzabili per risolvere in maniera definitiva il problema della circolazione dei veicoli storici è il DdL 946 del senatore Camber.

Nel Comitato Ristretto hanno avuto grande rilievo le osservazioni dei rappresentanti dell’Ispettorato per la Motorizzazione Civile, che di fatto hanno rallentato l’iter, ed anche l’ACI ha fatto sentire la sua voce in Commissione, con l’intento di essere annoverato tra gli enti titolati a certificare la “storicità” dei veicoli.

Il primo risultato tangibile di questi interventi sono le difficoltà recentemente incontrate per effettuare le revisioni presso le Officine Autorizzate  mentre è  stata stilata una bozza di Decreto Ministeriale che regolamenta in maniera farraginosamente burocratica il comparto delle revisioni dei veicoli storici.

D’altra parte il ministro Altero Matteoli si è dichiarato contrario ad un provvedimento “ad hoc” per i veicoli storici e propende per regolamentare la materia nell’ambito della “perenne” revisione del Codice della Strada.

L’insieme di questi fatti non ci rende ottimisti circa la rapida soluzione di una situazione che, di fronte agli enormi problemi che deve affrontare il Paese, è di scarsa rilevanza ma che sarebbe stato risolta in breve tempo molti anni fa se – per difendere piccoli (o grandi) interessi di parte – qualcuno non si fosse messo di traverso.

La XVI Legislatura ha di fronte a sé ancora tre anni e mezzo. Speriamo che, nel frattempo, il buon senso prevalga.

    

Ultimo aggiornamento ( sabato 06 marzo 2010 )
 
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