MEGLIO LE REGIONI ! LE ISTITUZIONI PERIFERICHE PIU’ SENSIBILI DEL GOVERNO CENTRALE ALLE ASPETTATIVE DEGLI APPASSIONATI Sono passati quasi dieci anni da quando A.A.V.S. ha studiato e fatto presentare il primo Disegno di Legge per la tutela e la libera circolazione dei veicoli di interesse storico, o meglio, per la conservazione del patrimonio motoristico italiano. Lunghi anni di discussioni, di proposte, di emendamenti nelle apposite Commissioni del Parlamento che hanno visto nascere e morire ben quattro Legislature. Purtroppo però i risultati che alcune centinaia di migliaia di appassionati attendono con impazienza sono ancora piuttosto lontani. Nella presente Legislatura sono stati presentati ben quattro Disegni di Legge sull’argomento; le differenze tra di loro non sono molte ma quelle che si rilevano, sono determinanti. Questi sono attualmente all’esame della Commissione VIII Lavori pubblici e Comunicazioni. Un comitato ristretto ha tratto dai quattro progetti un Testo Unificato che deve ancora venire emendato, discusso ed infine approvato dalla Commissione. Si giungerà così alla conclusione della prima tappa dell’intero iter parlamentare. Deve quindi seguire la discussione in aula e il passaggio alla Camera dei Deputati. Sembra a questo punto evidente che i problemi legati a questo Disegno di Legge non permettono di ipotizzarne una rapida approvazione, anche per i molteplici interessi che vi fanno riferimento. ASI, A.A.V.S., ACI, Direzione generale della Motorizzazione, i Registri Fiat, Alfa Romeo e Lancia sono gli enti direttamente interessati ed ognuno di essi guarda alla soluzione del problema dal proprio punto di vista. La Direzione generale della Motorizzazione ritiene che la libera circolazione dei veicoli più datati rappresenti un elemento negativo ed un pericolo aggiunto per quanto concerne la sicurezza stradale e per questo motivo non vede con favore l’ampliamento degli intervalli delle revisioni periodiche a quattro anni. L’ASI teme che l’allargamento del riconoscimento da parte dello Stato e dell’autorizzazione a certificare i veicoli ad altre associazioni comporti una sensibile riduzione dei propri tesserati. L’ACI, grazie alla sua capillare diffusione sul territorio e alla gestione dei registri del PRA, ritiene di avere i titoli per essere riconosciuto quale ente certificatore. I Registri di marca infine, con l’eccezione del Registro Fiat che ha fatto presentare un DdL praticamente identico a quello studiato da A.A.V.S. e presentato dal senatore Camber, sembrano scarsamente interessati a modificare la status quo che li vede già inseriti nell’Art. 60 del Codice della Strada. L’Associazione Amatori Veicoli Storici, forte dell’esperienza maturata in quasi un decennio attraverso la presentazione di quattro DdL nelle quattro Legislature succedutesi, ha preso atto delle oggettive difficoltà e, pur seguendo con assiduità l’iter del provvedimento in attesa della sua approvazione, ha deciso di muoversi per cercare di sbloccare la situazione intervenendo presso le Regioni. Possiamo affermare con soddisfazione che i primi risultati ottenuti sono incoraggianti. Infatti le prime Regioni interessate, Toscana, Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Lombardia, hanno dimostrato vivo interesse e determinazione per una corretta soluzione del problema. La Regione Toscana, la prima a decretare il blocco totale dei veicoli non catalizzati a partire dal 1 gennaio 2006, ha successivamente concesso una deroga a tutti i veicoli storici iscritti negli appositi Registri. La Regione del Veneto, con Deliberazione n. 3748 del 26 novembre 2004 successivamente modificata con Deliberazione n. 963 del 11 aprile 2006, ha concesso l’esonero da qualsiasi regime relativo alle restrizioni della circolazione per i veicoli iscritti ai Registri di cui all’Art. 60 CdS e al Registro A.A.V.S. Una Delibera di tenore analogo è allo studio, con buone prospettive di approvazione, presso la Regione Friuli-Venezia Giulia mentre con la recentissima Deliberazione VIII/011048 del 20 gennaio 2010, la Giunta della Regione Lombardia ha deliberato l’esclusione dei veicoli storici in possesso dell’attestato di storicità rilasciato dalle Associazioni identificate da Regione Lombardia, dalle limitazioni regionali alla circolazione dei veicoli inquinanti. La strada intrapresa da A.A.V.S. potrebbe sembrare, a prima vista, la più complicata ma è l’unica che, alla prova dei fatti, ha finora dato dei risultati concreti. Per questo motivo nelle prossime settimane A.A.V.S. prenderà contatto con tutte le Regioni, iniziando dalle più importanti dal punto di vista della densità della circolazione, per cercare di ottenere quanto già concesso da Toscana, Veneto e Lombardia. Lavorare indefessamente per garantire un futuro al motorismo storico è il primo impegno che A.A.V.S. si è assunta fin dalla sua fondazione , impegno al quale non intende in alcun modo venir meno.
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