Sempre più difficile assicurare PDF Stampa E-mail
Scritto da A.A.V.S.   
domenica 10 febbraio 2013

NUOVE LIMITAZIONI PER LE ASSICURAZIONI

Come d’altronde era facilmente prevedibile, la maggior parte delle compagnie assicuratrici che prevedevano l’applicazione di tariffe ridotte per le polizze RCA rilasciate a veicoli “di interesse storico” stanno rivedendo la possibilità di rinnovare le convenzioni già in essere con Associazioni, Club e Scuderie.

Le cause che hanno determinato tale orientamento, ormai generalizzato, sono molteplici e – almeno in alcuni casi – possono essere attribuite al comportamento di alcuni Club che, esclusivamente per ragioni di cassa, non hanno esitato a rilasciare una certificazione di storicità a veicoli che con la storia dell’automobile ben poco avevano a che fare.

L’ostinazione dell’ASI nel non volersi adeguare alle norme FIVA (che prevedono – oltre ad altri parametri quale lo stato di conservazione e l’utilizzo del veicolo, un’ età minima di trenta anni) e nel continuare a considerare “di interesse storico” qualsiasi veicolo purché di età superiore ai venti anni, è probabilmente una delle principali cause dell’irrigidimento delle imprese di assicurazione.

L’ostinazione dell’ASI nel voler mantenere, contro ogni logica, l’età di venti anni è probabilmente anche la causa principale della mancata approvazione delle proposte di modifica del Codice della Strada che prevedevano, tra l’altro, oltre al riconoscimento giuridico dei certificati rilasciati dai Registri, anche la revisione periodica ogni quattro anni.

A questo proposito l’arch. Maurizio Vitelli, Direttore Generale della Motorizzazione Civile, ha affermato che non trova assolutamente giustificabile concedere la revisione quadriennale a veicoli con venti e più anni quando un veicolo nuovo, trascorso il primo quadriennio, la deve effettuare ogni due anni.

L’elevato numero di veicoli ventennali, erroneamente definiti “storici” ma che sarebbe più corretto definire per quello che in realtà sono, cioè “vecchi”, che appartengono non ad appassionati ma a persone il cui solo intento è di usufruire di tariffe ridotte e che utilizzano questi veicoli come mezzo di trasporto quotidiano, ha fatto aumentare l’indice di sinistrosità dell’intero comparto.

Le compagnie di assicurazione, che non possono certamente essere ricomprese tra gli istituti di beneficienza, guardano esclusivamente ai risultati economici e di conseguenza stanno prendendo in seria considerazione quello che viene normalmente definito il “taglio dei rami secchi”.

Il primo campanello d’allarme purtroppo è già suonato in quanto gran parte delle compagnie non intendono più assicurare a tariffe agevolate i veicoli i cui proprietari risiedono nelle Regioni a sud della Toscana, ritenendo, in base ai loro studi statistici, queste regioni ad alto rischio di sinistrosità. C’è da sperare che questo criterio discriminatorio non venga esteso in futuro a tutto il territorio nazionale.

Purtroppo la prima conseguenza diretta di questa politica è che i numerosi veri appassionati residenti nelle regioni meridionali vengono esclusi da un beneficio a causa della intrusione di molti sedicenti appassionati che miravano unicamente a conseguire un risparmio sulle spese di gestione.

L’Associazione Amatori Veicoli Storici non può condividere l’atteggiamento assunto da queste compagnie che – lo ripetiamo – è assolutamente discriminatorio.

Non è accettabile che una intera regione venga considerata ad alto rischio quando le cause dei sinistri sono soggettive e facilmente individuabili. Sarebbe molto più equo intervenire sui singoli piuttosto che penalizzare la collettività.

A.A.V.S., avendo previsto con largo anticipo quanto ora si sta puntualmente verificando fin dal 2010 ha cercato di tutelare il movimento dei veicoli storici (quelli autenticamente di interesse storico) ed ha elevato a trenta anni l’età minima (con le opportune eccezioni) per poter iscrivere un veicolo al Registro Storico Nazionale.

Così facendo A.A.V.S. ha innalzato il livello qualitativo dei veicoli iscritti e ha ridotto drasticamente il rischio di indebite intrusioni.

Il vero problema, quello che in definitiva ha spaventato gli assicuratori, è costituito dai veicoli cosiddetti “storici” che in realtà vengono utilizzati quotidianamente.

E’ facile immaginare che siano veicoli con venti anni di età o poco più e, molto probabilmente, in condizioni di conservazione e di manutenzione piuttosto precarie.

Fino a quando alcuni enti continueranno a considerare – e a certificare – tali veicoli come “di interesse storico” i  problemi dei veri cultori dei veicoli d’epoca (di cui sono i custodi per le generazioni future) rimarranno irrisolti.

Naturalmente A.A.V.S. sta facendo e continuerà a fare tutto quanto è in suo potere affinché le compagnie di assicurazione rivedano la loro posizione nei confronti delle regioni attualmente penalizzate ma l'auspicio è un altro: che gli autentici appassionati possano trovare anche in futuro la possibilità di assicurare con premi adeguati alla percorrenza (e al rischio di sinistri conseguente) i loro veicoli. Fatto questo che, come si stanno mettendo attualmente le cose, non è assolutamente da dare per scontato.

Il primo impegno di A.A.V.S è pertanto quello di sensibilizzare le compagnie di assicurazione per far loro comprendere come fornire copertura assicurativa ai veicoli autenticamente storici - e come tali utilizzati - rappresenta realmente un rischio estremamente limitato, a differenza di quanto avviene se per storici vengono spacciati veicoli vecchi ed utilizzati quotidianamente.

Ultimo aggiornamento ( domenica 10 febbraio 2013 )
 
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