NUOVE LIMITAZIONI PER
LE ASSICURAZIONI
Come d’altronde era
facilmente prevedibile, la maggior parte delle compagnie assicuratrici che
prevedevano l’applicazione di tariffe ridotte per le polizze RCA rilasciate a
veicoli “di interesse storico” stanno rivedendo la possibilità di rinnovare le
convenzioni già in essere con Associazioni, Club e Scuderie.
Le cause che hanno
determinato tale orientamento, ormai generalizzato, sono molteplici e – almeno
in alcuni casi – possono essere attribuite al comportamento di alcuni Club che,
esclusivamente per ragioni di cassa, non hanno esitato a rilasciare una
certificazione di storicità a veicoli che con la storia dell’automobile ben
poco avevano a che fare.
L’ostinazione
dell’ASI nel non volersi adeguare alle norme FIVA (che prevedono – oltre ad
altri parametri quale lo stato di conservazione e l’utilizzo del veicolo, un’
età minima di trenta anni) e nel
continuare a considerare “di interesse storico” qualsiasi veicolo purché di età superiore ai venti anni, è
probabilmente una delle principali cause dell’irrigidimento delle imprese di
assicurazione.
L’ostinazione
dell’ASI nel voler mantenere, contro ogni logica, l’età di venti anni è
probabilmente anche la causa principale della mancata approvazione delle
proposte di modifica del Codice della Strada che prevedevano, tra l’altro,
oltre al riconoscimento giuridico dei certificati rilasciati dai Registri, anche
la revisione periodica ogni quattro anni.
A questo proposito
l’arch. Maurizio Vitelli, Direttore Generale della Motorizzazione Civile, ha
affermato che non trova assolutamente giustificabile concedere la revisione
quadriennale a veicoli con venti e più anni quando un veicolo nuovo, trascorso
il primo quadriennio, la deve effettuare ogni due anni.
L’elevato numero di
veicoli ventennali, erroneamente definiti “storici” ma che sarebbe più corretto
definire per quello che in realtà sono, cioè “vecchi”, che appartengono non ad
appassionati ma a persone il cui solo intento è di usufruire di tariffe ridotte
e che utilizzano questi veicoli come mezzo di trasporto quotidiano, ha fatto
aumentare l’indice di sinistrosità dell’intero comparto.
Le compagnie di
assicurazione, che non possono certamente essere ricomprese tra gli istituti di
beneficienza, guardano esclusivamente ai risultati economici e di conseguenza
stanno prendendo in seria considerazione quello che viene normalmente definito
il “taglio dei rami secchi”.
Il primo campanello
d’allarme purtroppo è già suonato in quanto gran parte delle compagnie non
intendono più assicurare a tariffe agevolate i veicoli i cui proprietari
risiedono nelle Regioni a sud della Toscana, ritenendo, in base ai loro studi
statistici, queste regioni ad alto rischio di sinistrosità. C’è da sperare che
questo criterio discriminatorio non venga esteso in futuro a tutto il
territorio nazionale.
Purtroppo la prima
conseguenza diretta di questa politica è che i numerosi veri appassionati
residenti nelle regioni meridionali vengono esclusi da un beneficio a causa
della intrusione di molti sedicenti appassionati che miravano unicamente a
conseguire un risparmio sulle spese di gestione.
L’Associazione
Amatori Veicoli Storici non può condividere l’atteggiamento assunto da queste
compagnie che – lo ripetiamo – è assolutamente discriminatorio.
Non è accettabile che
una intera regione venga considerata ad alto rischio quando le cause dei
sinistri sono soggettive e facilmente individuabili. Sarebbe molto più equo
intervenire sui singoli piuttosto che penalizzare la collettività.
A.A.V.S., avendo
previsto con largo anticipo quanto ora si sta puntualmente verificando fin dal
2010 ha cercato di tutelare il movimento dei veicoli storici (quelli
autenticamente di interesse storico) ed ha elevato a trenta anni l’età minima
(con le opportune eccezioni) per poter iscrivere un veicolo al Registro Storico
Nazionale.
Così facendo
A.A.V.S. ha innalzato il livello qualitativo dei veicoli iscritti e ha ridotto
drasticamente il rischio di indebite intrusioni.
Il vero problema,
quello che in definitiva ha spaventato gli assicuratori, è costituito dai
veicoli cosiddetti “storici” che in realtà vengono utilizzati quotidianamente.
E’ facile immaginare
che siano veicoli con venti anni di età o poco più e, molto probabilmente, in
condizioni di conservazione e di manutenzione piuttosto precarie.
Fino a quando alcuni
enti continueranno a considerare – e a certificare – tali veicoli come “di
interesse storico” i problemi dei veri
cultori dei veicoli d’epoca (di cui sono i custodi per le generazioni future)
rimarranno irrisolti.
Naturalmente A.A.V.S.
sta facendo e continuerà a fare tutto quanto è in suo potere affinché le
compagnie di assicurazione rivedano la loro posizione nei confronti delle
regioni attualmente penalizzate ma l'auspicio è un altro: che gli autentici appassionati possano trovare anche in futuro la possibilità di assicurare con premi adeguati alla percorrenza (e al rischio di sinistri conseguente) i loro veicoli. Fatto questo che, come si stanno mettendo attualmente le cose, non è assolutamente da dare per scontato.
Il primo impegno di A.A.V.S è pertanto quello di sensibilizzare le compagnie di assicurazione per far loro comprendere come fornire copertura assicurativa ai veicoli autenticamente storici - e come tali utilizzati - rappresenta realmente un rischio estremamente limitato, a differenza di quanto avviene se per storici vengono spacciati veicoli vecchi ed utilizzati quotidianamente.
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