Si è conclusa
qualche giorno fa presso la Fiera di Padova, con un notevole successo di
presenze, la Mostra Auto e Moto d’Epoca.
L’Associazione
Amatori Veicoli Storici A.A.V.S. ha
allestito come ogni anno un ampio e luminoso stand che, per tradizione, presenta
un suo tema ben preciso e lancia un messaggio di riflessione ai visitatori ed è
perciò mèta di numerosi soci ed amici.
Quest’anno lo stand
era diviso in due settori ben distinti: il primo era rivolto alla promozione
del Concorso d’Eleganza ”Castello di Miramare” che si svolgerà – organizzato da
A.A.V.S. – a Trieste il 10 e 11 maggio 2014 e presentava una Ferrari 250 GT
cabriolet Pininfarina del 1962, vincitrice di categoria all’ultima edizione del
Concorso.
Il secondo settore
ospitava due interessantissime ed ammiratissime riproduzioni di due vetture sportive
degli anni ’30: un’Alfa Romeo 8C 2900 A
del 1936 (conosciuta come “Botticella”) ed un’Alfa Romeo 6C 2300 B Pescara del
1934, ricarrozzata “siluro” nel 1936 su richiesta della Scuderia Maremma dalla
Zagato di Milano. 
Si è trattato
naturalmente di una provocazione: in un ambiente (quello delle vetture d’epoca)
in cui uno dei vocaboli più utilizzati, purtroppo quasi sempre a sproposito, è
“originale”, presentare delle splendide macchine apertamente definite come
“riproduzioni” poteva sembrare una bestemmia ma l’intento di A.A.V.S. era quello di sondare le reazioni del
pubblico, sia dei visitatori occasionali che degli addetti ai lavori.
Possiamo affermare
con soddisfazione che la quasi totalità delle persone interpellate hanno
giudicato encomiabile l’esperimento. 
Riproporre alla vista
degli appassionati macchine (tanto sportive quanto fuoriserie) che hanno
scritto delle pagine nella storia dell’automobile ma sono scomparse per eventi
di vario tipo (principalmente incidenti di gara per le sportive) è un’opera
altamente meritoria purché realizzata con tutti i crismi della trasparenza.
A sostegno di questa
tesi si possono fare alcuni esempi.
Nel caso venga
riprodotta l’opera di un artista famoso (pittore o scultore) si può parlare di
copia (se questa è dichiarata) o di vero e proprio falso se si tenta di carpire
la buona fede di un possibile compratore.
In entrambi i casi
però manca del tutto l’apporto della mano dell’artista.
Diverso invece è il caso
del rifacimento o della ricostruzione di palazzi o monumenti.
Classico esempio di
questa tipologia è la ricostruzione del campanile di San Marco di Venezia che,
in seguito ad un crollo, è stato ricostruito – come si disse allora - ”com’era
e dov’era” senza che alcuno trovasse delle critiche da muovere a questa
operazione.
Altri innumerevoli
esempi si possono trovare nelle migliaia di edifici storici – o perfino di città intere – ricostruite dopo le
distruzioni dei bombardamenti aerei.
E a questa tipologia
di interventi si possono assimilare le ricostruzioni di veicoli importanti,
andati distrutti, e di cui oggi si consente la visione concreta agli
appassionati di storia dell’automobile.
L’autore di un libro
sulla storia della Scuderia Maremma e dei due esemplari della Pescara fatta
ricarrozzare dalla Zagato, in visita allo stand, ci ha confessato di aver
provato un’emozione fortissima nel poter concretamente vedere per la prima
volta una macchina che aveva conosciuto e a lungo studiato soltanto attraverso
documenti e fotografie. 
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