PER IL PRESIDENTE ASI
LA PASSIONE DEI SOCI VALE € 150,00
Com’è ormai noto a
tutti gli appassionati, il Disegno di Legge di Stabilità per il 2015 (ex
Finanziaria) prevede, agli artt. 30 e 44, l’abrogazione dei comma 2 e 3
dell’art. 63 della Legge 342/2000.
Mentre il comma 1 di
questa legge prevede la possibilità del pagamento delle tasse automobilistiche
in misura ridotta per tutti i veicoli (esclusi
quelli adibiti ad uso professionale)
al raggiungimento del trentesimo anno dalla data di costruzione, i successivi
comma 2 e 3 (abrogati nella Legge di Stabilità 2015) estendono questo
beneficio anche ai veicoli di particolare interesse storico a
partire dal ventesimo anno.
Nell’art- 63 sono
esemplificate le caratteristiche richieste ad un veicolo per poter essere
considerato di particolare interesse
storico.
L’individuazione di
tali veicoli è demandata alla determinazione dell’ASI e, per i motoveicoli
anche della FMI. Tale determinazione, prevede la Legge, va aggiornata
annualmente.
La FMI pubblica ogni
anno l’elenco dei motocicli ultra ventennali che ritiene di particolare
interesse storico mentre l’ASI ha sempre sostituito l’elenco previsto con una
lettera indirizzata annualmente al Ministero delle Finanze ed alle Regioni in
cui si afferma che: “…sono da ritenersi veicoli di particolare interesse
storico e collezionistico….siano iscritti nei propri Registri ASI ai fini fiscali e venga loro rilasciato
l’Attestato di Datazione e Storicità (ad probationem)”.
Questo implicito
rifiuto di pubblicare una lista, nonostante i richiami contenuti nella
Circolare Prot. 2001/81335 del 1 giugno 2001 dell’Agenzia delle Entrate –
Direzione Centrale Normativa e Contenzioso, ha fatto sì che quanti desideravano
beneficiare del pagamento delle tasse in misura ridotta si sentissero obbligati ad iscriversi all’ASI. Da ciò l’anomalo
incremento dei soci, passati, nel corso di valenza dell’Art. 63, da poche
migliaia ad oltre 200.000.
Con questa azione
l’ASI si è trasformato da ente culturale preposto alla conservazione del
patrimonio motoristico, qual è stato fino al 2000, in un vero e proprio Sindacato Proprietari Veicoli Usati (SPVU).
E’ ovvio che, in
previsione di un drastico ridimensionamento del numero dei propri soci (e
conseguente assottigliarsi dei propri bilanci), l’ASI cerchi di correre ai
ripari.
E’ di questi giorni
l’invio ai presidenti di tutti i club federati di un appello ad avvicinare
tutti i parlamentari conosciuti per cercare di scongiurare l’abrogazione dei
due comma dell’Art. 63.
Questo appello è
accompagnato da una serie di considerazioni che dovrebbero servire da supporto
all’opera di convincimento.
Se si leggono con
attenzione queste “Note” si rimane sconfortati: tutti i ragionamenti, alcuni
almeno in parte condivisibili, portano ad una sola conclusione, contenuta nell’ultimo
capoverso: “Avevamo una Federazione apprezzata nel mondo e all’improvviso,
sostanzialmente viene azzerata….”
Vale però la pena di
fare alcune considerazioni: dal 2000 ad oggi tutta la politica dell’ASI è stata
improntata ad un unico fine: aumentare il numero dei soci (e quindi degli
introiti).
Non si è tenuto
volutamente conto del fatto che la FIVA, di cui l’ASI è il rappresentante
ufficiale in Italia, ha da tempo fissato l’età minima dei veicoli a 30 anni,
che l’Italia è l’unico Paese in Europa che ha il limite a 20 anni, che lo
stesso limite di 30 anni è quello previsto nel comma 1 dell’art. 63.
E’ per questo motivo
che i numerosi provvedimenti presentati al Parlamento che proponevano di
elevare il limite a 30 anni ma con una
clausola che consentiva l’”invecchiamento” di un numero limitato di veicoli
ventennali, sono stati tutti boicottati e fatti finire su un binario morto.
Riteniamo che l’aver
insistito sul limite d’età di 20 anni sia stato un grave errore di cui l’ASI si è forse già pentito: ha gonfiato l’ente
con un elevato numero di cosiddetti “soci” il
cui unico interesse per i veicoli storici consisteva nel risparmio di €
150,00 (in questa misura l’ASI ha quantificato il costo “medio” del bollo).
Questi “soci” sono
pronti a svanire come neve al sole non appena il vantaggio conseguito viene
meno e il castello, come tutte le costruzioni basate sull’argilla, al primo
scossone, scricchiola e corre il rischio di afflosciarsi.
Associazione Amatori Veicoli Storici A.A.V.S.
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