Primo Gran Premio di Trieste 13 – 14 settembre 2008 Ancora una volta il Club dei Venti all’Ora-Trieste si è posto all’avanguardia nel panorama delle manifestazioni automobilistiche italiane.
Dopo le rievocazioni della Trieste–Opicina degli anni ’80, nei primi anni ’90 ha avuto inizio il ciclo dei Concorsi di Eleganza nel parco del Castello di Miramare, che hanno indicato una strada mai percorsa prima di allora per diffondere la cultura dell’auto d’epoca.Non sono certamente molte le occasioni in cui sia stata offerta agli appassionati la possibilità di ammirare ben otto Isotta Fraschini affiancate come è avvenuto a Miramare ! A conclusione di questo ciclo, nel 1995 è stata la volta della mostra “Le 20 Sport”, in cui sono state esibite le più rare e preziose vetture della categoria, tra cui la Auto Avio Costruzioni 815. Alla fine degli anni ’90 ha avuto luogo, sempre nel Parco di Miramare, la trilogia dedicata ai grandi carrozzieri italiani, con mostre tematiche riservate alla Carrozzeria Touring, alla Pinifarina e alla Zagato, con partecipazione di espositori anche stranieri. Nei primi anni 2000 la fantasia degli organizzatori triestini ha dato forma, per la prima volta in Italia, a un progetto innovativo e molto apprezzato da tutti i partecipanti: la rievocazione della Trieste-Opicina riservata a squadre di marca.Sette team, al volante di vetture sport delle più prestigiose marche quali Bugatti, Maserati, Ferrari, Alfa Romeo ecc., si sono contesi un prestigioso Trofeo d’argento che è stato custodito dalla squadra vincitrice per un anno e rimesso in palio nella successiva edizione.L’ultima rievocazione della serie ha riguardato invece non più squadre di marca ma squadre nazionali. Dopo alcuni anni, dedicati a Raid nel meridione d’Italia e nell’Europa danubiana, siamo giunti infine al Primo Gran Premio di Trieste. 
Ad ispirare gli organizzatori del Club dei Venti all’Ora-Trieste è stata una analogia geografica.Anche Trieste, come Montecarlo, ha le sue Rive, meravigliosamente curate, adagiate sul punto più settentrionale del Mediterraneo, con panfili e navi da crociera a fare da scenografia per un evento unico.E così, non senza difficoltà, è partita l’organizzazione di una manifestazione che ha riunito una trentina di vetture sport tra le più rappresentative della categoria nel periodo che va dagli anni ’20 agli anni ’60. Pur svolgendosi su un circuito cittadino di poco più di 3 chilometri, chiuso al traffico, non si è trattato di una gara di velocità ma di una prova di regolarità, organizzata nel rispetto delle norme del Codice della Strada.Questo tuttavia non ha limitato il piacere di guida dei partecipanti che hanno espresso l’auspicio che l’evento possa diventare un appuntamento fisso. La partecipazione straniera è stata particolarmente qualificata, con vetture che raramente si ha occasione di ammirare nelle nostre manifestazioni. Tra queste una imponente Mercedes SSK del 1929 di ben 7.068 di cilindrata ed una Squire 1500 SC del 1935, vettura costruita in soli 7 esemplari e guidata con piglio sportivo dal Vice presidente della FIVA, il viennese Winfried Kallinger. I concorrenti italiani hanno allineato alla partenza tanto vetture di costruzione straniera, quali Bugatti T 37, Lotus 11 o Frazer-Nash, quanto i più prestigiosi modelli creati dai marchi più famosi, tra tutti la Ferrari 750 Monza, la Maserati A6GCS Monofaro, la Lambda Sport ed alcuni esemplari unici, frutto della passione di abili artigiani della metà degli anni ’50. Dopo alcuni giri di ricognizione percorsi dietro una “pace car”, i partecipanti hanno preso il via per il I Gran Premio di Trieste e i molti spettatori hanno vissuto per un attimo l’illusione di essere alla partenza del Grand Prix de Monaco. La classifica, stilata sulla base di 10 passaggi lungo un tratto cronometrato di 300 metri comprendenti un tornante, ha visto primeggiare Flaminio Valseriati, su Lotus 11 Le Mans, seguito da Giorgio Marchi su Riley 9 Brooklands e da Francesco Adamoli su O.S.C.A. F.lli Maserati S.187. Dopo una vigilia flagellata da violenti scrosci di pioggia e bora con raffiche ad oltre 100 km/h, che hanno fatto temere per il regolare svolgimento del Gran Premio, la mattinata della domenica ha visto il cielo rasserenarsi sotto l’impeto del vento gelido che rovesciava le transenne delimitanti il percorso e anche la tersa luminosità dell’aria ha dato il suo contributo alla riuscita di una manifestazione unica nel suo genere.
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